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martedì 22 luglio 2014

Ero morto ed oggi vivo.

Buona sera, sono Marco ed ho 27 anni. Ero un ragazzo normale come tutti gli altri. Nell'adolescenza volevo distinguermi, diventando un ragazzo ribelle contrariato dalle regole imposte. Dovevo spiccare su tutti in tutte le situazioni per essere il migliore e divertire tutti. Ogni desiderio dovevo realizzarlo senza ferire nessuno. Le serate con gli amici erano alla base di alcool, droga e ragazze. Pensavo fosse l'unico modo di divertirmi al massimo. Ero incontentabile, ogni sera volevo provare una sensazione in più, superare i miei limiti per non essere monotono. Cominciavano ad arrivare dei problemi con gli amici che frequentavo e loro non si divertivano come le prime volte così mi cercavo altre compagnie che bevevano di più ed erano sempre provvisti di droga. I rapporti si facevano sempre più superficiali, venivo escluso ed allo stesso tempo mi escludevo per evitare le problematiche. Tornando da alcune serate senza controllo feci alcuni incidenti stradali di cui 3 mortali uscendo sempre illeso, perdendo la patente, ma prendendo coscienza dell'esistenza di Dio e di un destino già scritto. Un giorno, grazie all'aiuto di mia madre, che mi costrinse a disintossicarmi dall'alcool per il motivo che le mie ubriacate cominciavano a diventare moleste ed iniziavo ad avere dei principi di cirrosi epatica: gonfiori e pelle giallastra. L'astinenza mi permetteva di tornare a sentire i miei e gli stati d'animo delle persone. Però mi rendevo conto che le persone non percepivano il mio stato d'animo, era come se fossi vuoto dentro. Per non cadere in depressione facevo sempre uso di spinelli ed alcune volte di alcool. La vita che facevano la maggior parte delle persone non mi soddisfaceva più, la vedevo superficiale, fragile e provvisoria così mi sono documentato sul senso della vita andando alla scoperta del buddismo e le relative tecniche di meditazione, queste mi permisero di bloccare i pensieri e riuscire a dormire ad ore accettabili. A Novembre 2013 colsi l'occasione di andare a Medjugorje ad un ritiro spirituale. Ho incontrato persone semplici con la gioia nel cuore. Di giorno in giorno notavo che stava cambiando qualcosa dentro di me. Le giornate cominciavano con la colazione, lodi mattutine, rosario, pranzo, coroncina, catechesi, rosario, apparizione, messa, cena e condivisione con l'adorazione perpetua del Santissimo. Dopo essere stato più di 10 anni lontano dalla chiesa ho passato le giornate con leggerezza senza farmi pesare niente: le condivisioni, i salmi e le catechesi parlavano dei miei pensieri! Al terzo giorno durante l'apparizione di Maria, sono scoppiato in pianto di liberazione: ho sentito una voce chiara dentro di me che diceva: “Sono tua madre e ricordati che ti amo tantissimo.” Mi ricordavo una frase detta da Marja: “al mattino dobbiamo svegliarci con la preghiera.” Infatti il mattino seguente prima di svegliarmi stavo recitando un Ave Maria e l'ho finita dopo essermi svegliato. Ho un cuore nuovo, occhi nuovi e pensieri nuovi costantemente rivolti a lodare Dio e ringraziare Gesù e Maria per il loro infinito amore. Spruzzo felicità da tutti i pori, non sento più il peso del passato, vivo il presente con gioia, portando la croce con più amore possibile. La messa non la partecipo passivamente, ma attivamente così ci si addentra sempre più profondamente al grandissimo mistero della rivelazione di Dio e non c'è gioia più grande che provarlo sulla propria pelle. Da quel giorno la mia vita cambiò, ora per ringraziare Maria, Gesù e nostro Padre del dono non manco mai ad una messa, recito il rosario e la coroncina tutti i giorni e porto l'amore di Dio a tutte le persone. Questo è lo scopo della mia vita e quella di tutti: ritornare al Padre dopo un istantaneo pellegrinaggio sulla Terra per vivere con lui la vita e la beatitudine eterna.

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