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mercoledì 24 dicembre 2014

Nel 2012 a Natale Gesù Bambino parlò per la prima volta alla veggente Marija

                                        Medjugorje, 25 dicembre 2012









La Madonna è venuta con Gesù bambino tra le braccia e non ha dato messaggio,  ma Gesù bambino ha iniziato a parlare  e ha detto:

 

"Io sono la vostra pace, vivete i miei comandamenti."

 

La Madonna e Gesù bambino, insieme, ci hanno benedetto con il segno della croce.


Commento al messaggio del 25 dicembre di Padre Livio di Radio Maria


Questo messaggio della Madonna a Marja è un po’ particolare, la novità consiste nel fatto che la Madonna non ha dato il messaggio, ma ha parlato il bambino Gesù in braccio. Con grande autorità il bambino ha dato il messaggio dicendo: “Io sono la pace, vivete i miei comandamenti”.
Si tratta dunque di un fatto nuovo, particolarissimo. Dobbiamo dire intanto che la Madonna è apparsa fin dal primo giorno il 24 giugno 1981 col Bambino in braccio.
Lo scopo della Madonna è quello di portarci Gesù e di farceLo scoprire.
Poi in tutti i Natali la Madonna è apparsa col Bambino in braccio, in un’occasione nei primi tempi quando i veggenti erano perseguitati e si erano lamentati, è apparsa con vicino Gesù nella figura dell’Ecce homo, cioè coronato di spine, flagellato, sofferente, grondante di sangue, e la Madonna ha detto: ”Ecco Gesù, ha sofferto tanto per voi, anche voi soffrite un po’ per Lui.
Ma Gesù non ha mai parlato in 31 anni di apparizioni, ha sempre parlato la Madre. Quindi il fatto che il Bambino abbia parlato è un fatto assolutamente nuovo, ancora tutto da comprendere, ha detto Marja, molto scioccata da questo evento.
Il mio giudizio, personalissimo, è che si tratti di un fatto nuovo, ma altamente significativo e a mio parere il messaggio è straordinario, ma tuttavia non è un fatto nuovo nelle altre apparizioni; Gesù ha parlato a Lucia di Fatima nel 1925, in monastero, e anche nell’apparizione a Rue du Bac a Parigi.
Ho chiesto a Marja se la voce fosse di bambino o di uomo adulto e Marja ha risposto che la voce era di bambino, ma estremamente autorevole. Gesù ha sintetizzato in queste sue due affermazioni tutta la fede e la morale cristiana.
Infatti Gesù dicendo: “Io sono” indica se stesso come Dio, cioè si appropria del nome divino. Quando Mosè si trovava davanti al roveto ardente dovendo dire a nome di chi veniva, il Signore disse: ”Io sono è colui che mi manda”. “Io sono” è il nome divino, l’essere per eccellenza, l’assoluto, l’essere che non è causato da nessuno e che è la causa di tutto, quel nome che è al di sopra di ogni altro nome.
Questo nome Gesù l’ha attribuito a se stesso più volte nel Vangelo: “Prima che Abramo fosse, Io sono” o nel Getsemani, circondato dai soldati, Gesù domanda: ”Chi cercate?”-“Gesù di Nazareth” e risponde: ”Io sono”. Rispondendo così, i soldati stramazzano a terra atterriti. Gesù, indicando se stesso come Dio, indica il cuore del Cristianesimo che è credere che Gesù è Dio.
Vivete i miei comandamenti”, che sono quelli che Dio ha dato a Mosè e che   Gesù ha riproposto nella loro purezza originaria e che ha perfezionato con il comandamento dell’amore. Gesù inoltre non ha detto “osservate”, ma “vivete” i miei comandamenti, è qualcosa di più profondo.
In “Io sono” c’è tutta la fede cristiana, in “vivete i miei comandamenti” c’è tutta la morale cristiana coronata dall’amore che è sopra tutti.
Vivere i comandamenti significa convertirsi, metter in pratica la parola di Dio, passare dalle parole ai fatti, da un Cristianesimo devozionale a un cristianesimo vivo, fatto di santità di vita, pensieri, sentimenti, cioè vivere in grazia di Dio. La Madonna diceva in un messaggio che i comandamenti sono “indicatori di strada sulla via della salvezza” e fonte di pace.
Il dono più importante di Medjugorje è la pace, frutto della conversione, si ottiene attraverso quella decisione radicale di vita con cui, aderendo a Cristo, si mette in pratica nella propria vita la sua Parola. 
La Madre ci ha condotto al Figlio e il Figlio ci ha detto che se vogliamo la pace, la pace nel cuore, la pace nelle famiglie, la pace nel mondo, dobbiamo accoglierLo.
La Madonna e Gesù Bambino insieme ci hanno benedetto con il segno della croce.
È un lungo e accorato messaggio quello che la Madonna ha dato a Jakov. La Madonna guarda e vede anche quello che noi non vediamo neanche in noi stessi, ciò che trafigge il suo Cuore e quello di suo Figlio: “Tanti dei vostri cuori sono stati assorbiti (presi) dal peccato e vivete nel buio. Perciò, figli miei, dite no al peccato e donate il vostro cuore a mio Figlio.
La Madonna ha messo il dito sulla piaga, la vita di peccato in cui molti vivono,  l’abisso dell’inferno, dal quale vuole salvarci, la via larga della seduzione, della vita libertina, della schiavitù delle passioni, delle seduzioni di satana, il quale ci distrugge con quello che ci offre, e quelli che la percorrono non si accorgono di percorrere, perché sono nel buio, accecati, assorbiti dal peccato.
La Madonna non cede e invita a liberarsi dalle catene che ci tengono schiavi del demonio e dice “Coraggio, non aspettate, prendete una decisione: rinunciate al peccato!” Se sono sulla via della perdizione, mi fermo, faccio una curva a “u” e prendo la via della salvezza, decido di cambiare strada, dalla via della rovina mi incammino sulla via della salvezza. Allora sperimentiamo la Misericordia di Gesù e con Maria rinasciamo alla vita di Grazia, torniamo membra vive del corpo mistico.
Quando la Madonna ci dice che ci ama immensamente, quando dice che Gesù ci ama, non lo dice solo per i Santi, ma anche per i più grandi peccatori; non c’è peccato che sia più grande della divina Misericordia. Dio vuole tutti salvi.
Allora “non aspettate”, mai rimandare la conversione. Se rimandi a domani il diavolo ha tutto il tempo a disposizione per disarmarti, fiaccarti, rimandare all’ennesima volta. Solo nel cuore di chi dice no al peccato può nascere Suo Figlio. Quindi non aspettiamo, se questo non è avvenuto, dobbiamo farlo, siamo ancora in tempo, facciamo nostro l’appello di Maria.
Decidersi per la conversione significa sudare sangue, perché siamo incatenati, non abbiamo la forza di farlo, però possiamo sempre invocare la Grazia e con la Grazia deciderci per la vita nuova
Fonte:http://www.medjugorjeliguria.it/Ljubo,%2025.12.2012.internet.htm

giovedì 18 dicembre 2014

La Madonna guarisce prodigiosamente un bambino dalla setticemia


Lunedi 29 giugno

Nel comune di Čitluk la tensione per gli avvenimenti accaduti a Bijakovići è alta. Il fatto che alcuni ragazzi affermino di vedere la Madonna è assolutamente inaccettabile ed inimmaginabile nel sistema comunista ateo dove è assolutamente vietata ogni manifestazione religiosa nei luoghi pubblici. Il 29 giugno i ragazzi sono prelevati dalla polizia e condotti all’ospedale di Mostar per una visita medica nel reparto di psichiatria alla fine della quale vengono dichiarati sani e normali. La dottoressa responsabile, di nome Mulija Džudža, musulmana, dichiara: “Matti non sono i ragazzi, ma quelli che li hanno portati qui”. E conferma il loro equilibrio psichico. In seguito relazionerà di essere stata particolarmente colpita, lei, di fede musulmana, dal coraggio dimostrato dal piccolo Jakov; riferirà in proposito: “Jakov si sente protetto dalla apparizione in cui rimette tutta la sua fiducia, la sua vita. Più io l’investivo e lo accusavo di aver inscenato una menzogna, più lui si dimostrava sicuro delle sue convinzioni, per le quali sarebbe anche morto. Quel che è certo, e inspiegabile in un bambino di dieci anni, è che noi non siamo riusciti minimamente a spaventarlo. E così gli altri. Se c’è una manipolazione in loro, io non ho potuto smascherarla”. 
A proposito di questo episodio, padre Jozo ricorda: “Sin dai primi giorni i comunisti hanno iniziato ad interrogare i veggenti, gli abitanti del villaggio e poi anche me, convocandoci sia di giorno che di notte . Il 29 giugno, giorno dei Santi Pietro e Paolo, hanno portato i veggenti all’ospedale psichiatrico di Mostar. Per cercare di spaventarli, i veggenti sono stati lasciati per un po’ di tempo da soli in un corridoio: da una parte i matti che passeggiavano nel cortile, dall'altra, l'obitorio aperto con cadaveri che emanavano cattivo odore. Quando poi una dottoressa li ha accusati di mentire per cercare di distruggere il regime comunista, Jakov, che aveva solo 9 anni, ha serrato il pugno e lo ha sbattuto sul tavolo dicendo: ‘Noi non mentiamo! Io sono pronto a dare la mia vita per la Madonna!’. Era presente anche il Dott. Ante Bosnjak, direttore dell’ospedale di Čitluk, e quel comportamento è stato per lui una forte conferma che i veggenti dicevano la verità. Attraverso la testimonianza del piccolo Jakov in particolare, egli ha ricevuto la grazia ed il dono della fede”.
Quel giorno sul monte delle apparizioni la folla è più numerosa che mai. Quando i ragazzi giungono al solito luogo ed iniziano a pregare, la Vergine appare loro immediatamente. In quella occasione ella invita tutti a credere: “Non c’è che un solo Dio e una sola fede. Credete fermamente e non abbiate timore di nulla!”. 
Ma durante quella apparizione i veggenti hanno anche una visione particolare. Ricorda la veggente Marija: “Nel corso degli anni la Madonna ci ha mostrato Gesù sofferente diverse volte, specialmente in occasione del venerdì santo. Ma prima volta è stato il giorno in cui i comunisti hanno portato noi veggenti all’ospedale psichiatrico di Mostar dopo pochi giorni dall'inizio delle apparizioni. Ci hanno maltrattato e spaventato minacciandoci che saremmo rimasti lì nel manicomio. È stato molto duro per noi. Alla sera, durante l’apparizione, abbiamo protestato dicendo alla Madonna: ‘Non ce la facciamo più! Perché tutti questi sacrifici e queste sofferenze?’. Allora la Madonna ci ha mostrato Gesù sofferente, tutto insanguinato, con la corona di spine e col volto sfigurato, e ci ha detto: ‘Come ha fatto lui, così offritevi anche voi!’. Da quel momento non abbiamo mai più protestato ma abbiamo sempre offerto a Dio con amore ogni sacrificio e sofferenza pensando a quanto Gesù ha sofferto per noi, per la nostra salvezza”.
Quello stesso giorno anche una dottoressa atea, di nome Jadranka, che aveva seguito i ragazzi e li aveva osservati al momento dell’apparizione sente il desiderio di toccare la Madonna e quando con l’aiuto di Vicka che le sorregge la mano sfiora la veste della Madonna, avverte come un forte brivido. Quello stesso giorno la Madonna guarisce prodigiosamente un bambino, Danijel Šetka, che i suoi genitori avevano condotto lì chiedendo che venisse guarito dalla setticemia, male terribile di cui il piccolo soffre da tempo e che tutti giudicavano inesorabile. Non parla, può camminare solo se sorretto e spesso cade. I suoi genitori supplicano. I veggenti intercedono. La Vergine, attraverso di loro, incoraggia i presenti e in particolare il papà e la mamma a pregare per la guarigione. Che in effetti avverrà presto: durante quella stessa estate, infatti, Danijel ritornerà a Medjugorje, camminando e parlando. Ecco qualche ulteriore dettaglio di quell’episodio nel ricordo di padre Jozo: “Verso la fine del mese di giugno del 1981 sono arrivati a Medjugorje dalla Germania due genitori con il loro figlio Danijel, ammalato perché a tre anni gli avevano fatto una iniezione sbagliata e perciò non si sviluppava più. Il marito in Germania gestiva un ristorante. Cercavano dalla Madonna la grazia della guarigione del figlio e perciò hanno chiesto a un veggente cosa dovevano fare per ottenerla. Attraverso quel veggente la Madonna ha risposto: ‘Che i genitori credano fermamente, preghino e facciano digiuno’. Ma il papà del bambino si è rifiutato di mettere in pratica l’invito della Madonna. Il giorno dopo hanno rivolto la stessa domanda ad un altro veggente e la risposta è stata la stessa. Il padre non ha creduto. La madre invece ha sentito nel cuore questa voce: ‘Perché tu pensi di non poter fare digiuno per la guarigione di tuo figlio?’. E così ha cominciato a fare digiuno. Sorpreso dal coraggio della moglie, anche il marito ne ha seguito l’esempio. Dopo tre giorni sono venuti da me e hanno detto: ‘Abbiamo fatto digiuno’. Ho benedetto tutti i malati ma a Danijel non è successo niente. La mamma non ha voluto andare via. È entrata nella cucina e abbiamo pregato insieme. All’improvviso, la mamma ha sentito la grazia e ha lasciato il figlio, che sosteneva dicendogli: ‘Su, Danijel, cammina!’. E subito il bambino ha cominciato a fare i primi passi. Adesso è grande, va a scuola, gioca a pallone, è un ragazzo normale. Questi genitori, oggi, nel loro ristorante consigliano ai clienti di fare digiuno mercoledì e venerdì”. 

giovedì 11 dicembre 2014

Sul Krizevac, vicino alla croce, spesso appariva la Madonna - intervista fatta a Vicka


  LA MADONNA SUL MONTE KRIZEVAC.


Janko: Sappiamo che sul Krizevac, vicino alla croce, spesso appariva una luce misteriosa. 
  Vicka: Non era una luce, ma la Madonna. Janko: D'accordo, diciamo che era la Madonna. Vicka: Sicuro che era la Madonna. Noi l'abbiamo vista alcune volte con molta chiarezza. Una volta è apparsa lassù anche a tutti i nostri vicini. È stato verso le undici di mattina. Tutti sono usciti dalle case e hanno guardato. Janko: Che cosa hanno detto di vedere? Vicka: Tutti dicevano che era la Madonna. Non hanno visto tutti ugualmente, ma hanno incominciato a pregare e a invocare la Madonna. Janko: E voi veggenti? Vicka: Noi l'abbiamo vista chiaramente. Janko: Come chiaramente? Vicka: Come se fosse stata vicino a noi. Janko: Quanto tempo è durato tutto questo? Vicka: Di sicuro non lo so; almeno una ventina di minuti. Janko: Va bene per quella volta. Ma ti ricordi di qualche altra occasione? Vicka: Sì. Però perché fai l'indiano? Anche tu l'hai vista! Anzi, tu me l'hai raccontato, e oltre a me, l'hai raccontato e hai fatto una dichiarazione al riguardo a P. Ljudevit [P. Rupèic', autore del primo libro su Medjugorje]. Janko: Sì, Vicka. L'ho vista molto bene; anzi l'ho osservata col binocolo. Era il 22 ottobre 1982, circa alle 17. E non sono stato il solo a vederla, ma eravamo una settantina di persone, in ginocchio a pregare, tra la canonica e la chiesa. Vicka, non per caso è successo in momento. Il popolo era un po' scarso, insicuro e ci voleva qualcosa per incoraggiarlo. Ma non ho intenzione di parlare di questo. Per quanto so, voi subito il giorno dopo avete chiesto alla Madonna se quello che era successo presso la croce era il suo Segno oppure no. Avete detto che lei ha confermato la sua presenza in quel momento. Vicka: Sì, sì; l'ha confermata. Alcuni hanno detto che l'hanno vista il giorno dopo e pure due giorni dopo, vicino alla croce. Janko: Ma la Madonna, qualche volta, ha parlato di questo a voi veggenti? Vicka: Sicuro! Janko: E che cosa vi ha detto? Vicka: Chi si ricorda di tutto quello che ha detto! Solo so che si è meravigliata quando le abbiamo chiesto se lei stava vicino alla croce. Janko: Perché? Vicka: Ci ha detto: «Perché mi chiedete questo? Non mi avete visto anche voi, angeli miei?». Janko: Vicka, può darsi che ti ricordi ancora qualcosa. È un argomento molto interessante. Vicka: Forse questo. Una volta ci ha detto che lei era presente molte volte sul monte Krizevac, vicino alla croce, pregando suo Figlio di perdonare i peccati del mondo. Janko: Perciò, in base a tutto questo, Krizvac è il luogo prediletto della Madonna. Vicka: Si. Ce l'ha detto più volte. Janko: Adesso si vede più raramente la Madonna lassù. Vicka: Non lo sappiamo. Può darsi che lei ci stia e noi non la vediamo. Janko: Può darsi. Però anche il 28 aprile di quest'anno [1983] la si è vista molto bene. Quella volta l'ho vista molto bene anch'io. Vicka: Che stai cercando, allora? Tu che cosa hai visto? Janko: Come il 22 ottobre 1982. La croce era scomparsa completamente nella luce. Però io non ho visto chiaramente la figura della Madonna perché la mia vista non è buona, soprattutto in lontananza; ma vicino a me c'erano una mia cugina e mia cognata. Esse dicevano di vederla molto bene e hanno incominciato a pregare e piangere per l'emozione. Altrettanto ha detto l'altra cinquantina di persone che era presente. Vicka: Che cosa vuoi di più? Janko: A me non serviva nemmeno questo, ma se qualcuno vorrà ascoltare queste nostre conversazioni registrate... Voglio aggiungere ancora una cosa. Vicka: Chissà che cosa tiri fuori adesso. Janko: Che la croce sul Krizevac non è stata eretta per caso, cinquant'anni fa [nel 1933]. Vicka: No, non è stato un caso. Janko: Davvero, Dio dirige il mondo molto di più di quanto noi crediamo. Questo l'ha fatto capire e l'ha mostrato a molti anche con questa croce; in modo particolare negli ultimi tempi si è reso presente attraverso Maria Vergine. Vicka, nessuno di noi sa quanto potentemente la sua luce sta illuminando i cuori degli uomini dal monte Krizevac. Di ciò ci rende testimonianza la dichiarazione di un sacerdote di Zagabria di cui vorrei parlarti, se non lo sai già e se lo desideri. Vicka: Volentieri. Anche se la cosa mi è abbastanza conosciuta, mi sarà utile. Janko: Sarà opportuno che io ti racconti la cosa tale e quale, senza nulla togliere o aggiungere. Vicka: Va bene, è meglio così. Janko: Questo sacerdote, nella sua relazione, riguardo ai fatti di Medjugorje, dice testualmente anche questo: «Il giorno 26 giugno 1982, dopo le 6,30, finita la messa, quando siamo usciti tutti attraverso la porta della sacrestia, tutti i pellegrini presenti (ed eravamo un'ottantina) abbiamo osservato dei fenomeni straordinari sulla croce. Sul monte Krizevac è scesa dal cielo una nube bianca e luminosa. La croce è scomparsa completamente e nella nube si è vista la sagoma di una persona vestita di bianco, con una veste lunga. La persona si vedeva come attraverso una nube trasparente, luminosa e bianca, per cui non si poteva distinguere con chiarezza chi era. Una signora che stava accanto a me ha fotografato la prima immagine della nube bianca e luminosa, e ha ottenuto una chiarissima foto del fenomeno; non si vede affatto la croce! Questo avvenimento l'hanno visto tutti coloro che erano presenti in chiesa come anche sul monte e nei cortili, sulle strade e sui campi di Medjugorje, nei giorni 24-25-26 giugno, dalle 6,30 alle 7 del mattino. Scossi da questi fenomeni e con sentimenti di grande devozione, siamo tornati a Zagabria». Ecco, così, Vicka. Questo ha dichiarato quel sacerdote di Zagabria. Lui ha aggiunto molte altre cose interessanti, ma per questa volta basta così. Vicka: È bene che ti sia ricordato tu di questo. Io lo sapevo, ma non mi veniva in mente. Janko: Sono contento che anch'io ho qualcosa da raccontarti. Vicka: Sono contenta anch'io. Ma puoi dirmi chi è questo sacerdote che ha fatto tale dichiarazione? Janko: Te lo ricordi di sicuro, perché nella sua dichiarazione afferma anche di essere stato a casa tua. Si chiama Rudolf Kadlec; guidava un grande gruppo di pellegrini dei dintorni di Zagabria, molti dei quali hanno visto ciò che lui descrive. Vicka: Ah sì, mi ricordo di lui. Come vedi, questi sono i messaggeri della Madonna i quali parlano molto chiaramente di ciò che sta succedendo qui. Janko: Davvero. Il Signore è mirabile nelle sue opere!
Fonte: http://medjugorje.altervista.org/doc/vicka/010484-7.html

venerdì 5 dicembre 2014

Se siete venuti qui a Medjugorje e per imparare il linguaggio dell'amore

Testimonianza di don Ivan Filipovic a Medjugorje
Pensavo nella mia vita che non ero responsabile di nessuno, che non dovevo rendere conto a nessuno di ciò che vivevo, che questo fosse la libertà. Pensavo che libertà era avere le tasche piene di soldi, girare per le grandi città d'Europa, guardare tante insegne pubblicitarie che luccicano, vivere in un albergo...
In questa ricerca della libertà ho trovato la droga, il male. Già dall'inizio il male mi ha sedotto, mi attirava, e io sono caduto profondo nel buio. Avete ascoltato la testimonianza di don Stefano, la storia della luce, come la luce entra nella vita dell'uomo, come entra nel cuore di un giovane. Quando mi metto a pensare, quando mi ricordo della mia entrata in Comunità, mi chiedo come ho io potuto incontrare Dio. Avete sentito che Dio si può incontrare, che Gesù Cristo è vivo, che Dio è vivo, è un Dio che si può incontrare, non è una filosofia, non è nelle nuvole, è vivo qui in mezzo a noi nella Parola di Dio, nella Sacra Scrittura, nell'Eucaristia, nella preghiera, nel Rosario. Quando ritorno, soprattutto adesso dopo dodici anni di Comunità, nei ricordi di quando sono entrato in Comunità, quando prendo in mano la Parola di Dio durante l'adorazione personale, mi vengono in mente i primi mesi quando sono entrato. Cosa è successo? Credetemi, quando qualcuno mi parlava dell'amore, di Dio, del perdono, della provvidenza, non credevo in niente. Mi potevano parlare di Gesù quanto volevano ma io non credevo. La mia esperienza di vita era totalmente un'altra cosa. Ma da qualche parte è cominciato un viaggio. Nella mia vita di tenebre è cominciata entrare la luce. A volte mi ricordo di questi momenti, e oggi vedo come Dio mi è venuto incontro, come mi ha portato in Comunità, sicuramente per le preghiere di mia mamma, di mia nonna e delle persone che mi volevano bene.

Poco tempo fa durante la preghiera mi sono ricordato di una situazione: avevo quattro mesi di Comunità e mi hanno dato una responsabilità, dovevo pulire tutto intorno alla casa il sabato pomeriggio, nella Casa Madre. Questo era una grande responsabilità per me. Provate a immaginare: dopo dieci anni di male tutti hanno perso la fiducia in me, ho ingannato tutti, genitori, zii, fratelli, cugini, tutti quelli che mi volevano bene. Avevo preso in giro tutti e tutti mi hanno lasciato, non mi credevano più. Dopo dieci anni qualcuno mi dà una responsabilità, crede di nuovo in me. Io ero strafelice quel giorno. Ero tutto orgoglioso, e mi ricordo che tutto il giorno pensavo a come organizzare tutto. E cosa è successo dopo? Un ragazzo vecchio, aveva quattro anni, ha portato tutti i ragazzi che dovevano lavorare con me per aiutarmi a fare altro. Io sono impazzito dall’orgoglio, ero furioso. Tutta la rabbia che accumulavo negli anni sulla strada, tutto mi è tornato in testa, e ho cominciato a dire le parolacce in croato, italiano, ero come pazzo. Mi sono detto: "Se lo incontro adesso, gli dirò tutto, lo picchio.." e mi immaginavo la situazione quando gli dirò queste cose, e se lui mi rispondeva a come gli darò un pugno. Tutto il pomeriggio avevo questo per la testa. Alla fine quel ragazzo è tornato, io gli sono andato incontro e da me è partita tutta la piazza di male, di rabbia. Non sono riuscito a dirgli neanche un terzo di quello che pensavo, ma quel ragazzo era in pace e mi guardava in faccia, poi ha sorriso; aveva degli occhi che non io non avevo mai visto nella vita. Non erano gli occhi ai quali ero abituato in piazza, non è successo quello che pensavo: quando alzi la voce a qualcuno in piazza, o gli dai un pugno, lui ti fa lo stesso. Quel ragazzo mi guardava, e con il suo sguardo di pace ha spento la rabbia in me, e io mi sono calmato. Dopo mi ha abbracciato dicendomi:" Scusami, non lo farò mai più!". Questo era amore. In quel momento non avevo capito bene cosa era successo, era qualcosa di strano, ma adesso, dopo dodici anni, quando ci ripenso nella preghiera, mi ricordo di quegli occhi, delle parole che mi aveva detto, mi ricordo bene tutto quello che è successo e so che Gesù era in quel cuore, che Dio mi amava tramite quel ragazzo. Non sarei mai riuscito a capire cosa è l'amore, la bontà, il perdono se non c'erano questi ragazzi che avevano creduto in suor Elvira, in Cristo.

Se non ci fossero stati questi ragazzi che si sono messi in ginocchio prima di me, i quali hanno aperto il cuore a Dio e hanno permesso che la Parola di Dio si incarnasse nei loro cuori. Noi tossici, noi che eravamo sul bordo della vita, nel buio profondo, non potevamo capire nessun altro linguaggio e non lo capiamo. Potevano parlarci d'amore, ma noi l'amore avevamo bisogno di toccarlo con le nostre mani, e lo abbiamo toccato in queste situazioni. La Comunità, la vita nella Comunità, che è una vita semplice, pieni di situazioni simili, piena di Dio, di quel Dio vivo che si è incarnato una volta nel grembo di Maria, e che si incarna nel nostro cuore, nel cuore di quel ragazzo e che mi ha parlato attraverso quel sorriso, quegli occhi, quell'abbraccio. Questo linguaggio l’ho capito, mi è entrato nel cuore. È Cristo, vivo e presente in mezzo a noi.

Credo che voi giovani che siete venuti qui a Medjugorje, attraverso le preghiere e le suppliche della Madonna, potete incontrare Gesù Cristo. Credo che noi giovani che siamo qui, non siamo qui per caso, credo che la Madonna ci ha chiamati per insegnarci questo linguaggio così concreto, per incarnare Cristo nelle nostre vite, perchè quando torniamo nelle nostre città, fra i nostri amici, sui nostri posti di lavoro, possiamo parlare al mondo che soffre di Gesù Cristo che è vivo, che noi abbiamo incontrato qui.

Parlare di Cristo con le vostre vite, il vostro sorriso, il vostro perdono, il vostro abbraccio, con il vostro modi di salutare, di sorridere. Il mondo di oggi ha bisogno di un annuncio così. Voi siete qui oggi per imparare il linguaggio dell'amore, perché Dio è l'amore, Gesù è l'amore, la Madonna è l'amore. Lei è la maestra della pace e dell'amore. Dovete essere sicuri, tutti siamo sicuri che ci voleva qui per partorire ancora una volta il suo figlio nei nostri cuori perché lo portiamo nel mondo. Permettiamo a Maria di farlo!

Questi giorni aprite il cuore, permettete alla Madonna di entrare nei vostri cuori, che possono diventare un grande presepe per accogliere Gesù bambino, che il Cristo può nascere nei vostri cuori, che possa soffrire la sua passione, fare i suoi miracoli, sanare le vostre ferite, risorgere insieme a voi così che voi diventiate risurrezione per gli altri, quel lievito che farà lievitare il mondo per donare al mondo la pace e l'amore. Dobbiamo fare questo, questo è il nostro impegno e per questo siamo qui a Medugorje. Vi dirò qualcosa sulla Provvidenza: sapete che la nostra Comunità vive della Provvidenza. Fin dall’inizio la Comunità non si è appoggiata sull’aiuto dei politici, sulle persone grandi e importanti. Elvira non ha mai accettato il denaro pubblico come aiuto che di solito davano alle Comunità di ricupero. Lei diceva: "i vostri soldi non mi basterebbero mai per tutti i giovani che si devono salvare. È meglio credere nella Divina Providenza piuttosto che nei soldi dello stato". Quando sono entrato in Comunità, sentivo dire: "La Provvidenza, noi viviamo di provvidenza. Non dobbiamo pagare niente. La prima Provvidenza è che ci tiriamo su le maniche e lavoriamo: l'orto, la stalla, le mucche, il formaggio... questo lo possiamo fare".
Poi vedevo ogni tanto che qualcuno arrivava con qualche camion e scaricava delle cose: il latte, la carne... Io non ci credevo quando sono entrato in Comunità, e mi sembrava tutto falso. Pensavo che erano solo storie, "ma che Provvidenza". Sapete cosa mi è successo una volta. Mi sono ricordato: avevo venti giorni di Comunità. Provate a immaginarvi, dopo dieci anni di strada non capivo niente, non accettavo niente, ancora la carenza, il dolore nel cuore, la tristezza, mi mancava la piazza, il vino, le sigarette, mi mancava tutto e loro mi parlavano della Provvidenza.
Mi sono ricordato di una situazione nella cappella: non sapevo l'italiano e alla sera, durante la condivisione in cappella, i ragazzi di solito condividevano la loro giornata. Quel giorno ho visto un ragazzo piangere, era il responsabile della casa e ha cominciato a piangere. Tutti gli altri erano in silenzio, con le teste abbassate. Non capivo l'italiano e non sapevo cosa stava succedendo. Davo dei colpi al ragazzo che era vicino a me chiedendogli "cosa sta succedendo?", "perché piange?" e lui non mi traduceva nulla. Quando siamo usciti dalla cappella gli ho domandato:"Dimmi perché piangeva?", e lui mi ha risposto: "Piangeva perché abbiamo tradito la Provvidenza" Gli ho chiesto:"Come si tradisce la Provvidenza?"
"Uno di noi oggi ha chiesto di nascosto a un amico di portarci del caffé perché mancava già da un mese e mezzo. Non abbiamo creduto nella Provvidenza, che Dio ci avrebbe mandato il caffè nel momento giusto senza chiederlo. Quel ragazzo ha mentito e quell’amico è tornato dopo con il caffé. Abbiamo tradito la Divina Provvidenza." Questo momento mi è rimasto impresso nel cuore. Io non credevo mai nella Provvidenza, mi era sembrata tutto una menzogna, ma in quel momento ho visto un uomo che crede nella Provvidenza, che crede in Dio. Quelle lacrime mi parlavano di Dio. Oggi quando rifletto su di questo, sono sicuro che Dio mi è venuto incontro tramite quel ragazzo, quelle lacrime, quegli occhi. Quelle lacrime sono il primo missionario che mi è venuto incontro. Quelle lacrime hanno avuto una forza enorme, la forza della grazia di Dio perché sono riuscite a spaccare e a toccare il mio cuore duro, egoistico, il mio cuore tossico. Quelle lacrime erano la prima cosa che mi ha toccato, che mi ha fatto pensare a Dio. Erano una goccia di fede che è entrata nel mio cuore, erano il seme di Dio. Nel vangelo leggiamo che il regno di Dio è il più piccolo seme, che non riesci a vederlo ma dal quale cresce un grande albero. Quella fede seminata in me attraverso la Comunità in questi dodici anni è cresciuta, e io da tossico sono diventato un sacerdote. Oggi sono sacerdote.
La vita che avevo perso, che era morta, buia, oggi è luce perché ho veramente incontrato Gesù risorto e vivo. Quel Gesù che oggi vuole incontrare ognuno di voi per donarvi la pace. Amen. 

Fonte: http://medjugorje.altervista.org/doc/testimonianze/filipovic.html

giovedì 4 dicembre 2014

"Il Signore viene solo dove e’ atteso..."- Messaggio di Padre Jozo per l’Avvento

Messaggio di Padre Jozo per l’Avvento del 26 dicembre 2005
Cari fratelli e sorelle, stimatissima famiglia di preghiera,

Siamo nel tempo sacro dell’Avvento, che serve a prepararci e a preparare la strada per il Signore che viene. Egli viene soltanto per quei cuori e quelle famiglie che sono aperti. Egli viene dove e’ atteso.

Questa lettera e’ un richiamo alla preghiera per tutti i cuori e tutte le famiglie che sono chiusi. E’ una chiamata per tutti i cuori che vengono sviati dalle vetrine scintillanti e dall’imponente pubblicita’ per Babbo Natale. E’ una chiamata alla preghiera per ognuno di voi, cosicche’ il cuore di ogni persona si renda conto che senza Gesu’ non c’e’ Natale. Che Lui e’ il Natale. Che tutto il resto e’ bugia ed inganno.

La nostra comunita’ di preghiera prega per avere un cuore aperto verso il Signore che incontriamo nei Sacramenti della Chiesa. Attraverso il Sacramento della Riconciliazione ci apriamo a Lui nell’Eucarestia. In questo incontro la nostra anima si riempie di pace e della gioia del Natale. Il significato e il fine dell’Incarnazione e’ che nessuno si perda e che tutti possano esser salvati. Il Padre ha mandato il Suo Unico Figlio per questo piano divino. Egli continua questo piano meraviglioso con l’uomo e attraverso l’uomo. Quindi, la nostra chiamata fa parte della chiamata generale e del concetto di salvezza. Il Signore ha bisogno della nostra preghiera, delle nostre veglie di preghiera, del nostro digiuno e delle nostre buone azioni. Quando pregate, vi preparate a mettere la vostra vita a disposizione del Signore. Quando pregate e digiunate la vostra anima chiede, come fece San Francesco, “ Signore, cosa vuoi che io faccia?” Perche’ la Grazia tocchi l’uomo, ha bisogno di usare l’uomo. Usa il nostro sorriso, il nostro sudore e la nostra generosita’. La nostra chiamata e’ di essere uniti con la grande famiglia di 10.000 membri che pregano con noi, che hanno la nostra stessa visione, che fanno veglie e che aspettano ogni parola della Madre per metterla in pratica nella vita, come faceva Gesu’ a Nazaret In questo modo, crescendo in grazia e saggezza, portano frutto con la loro perseveranza.

Al finire dell’anno si fanno statistiche, si fanno progetti per l’anno che verra’, si danno premi ai piu’ meritevoli e cosi’ via. Come saremo felici quando andremo davanti alla mangiatoia ad abbracciare Gesu’ con la nostra preghiera. Come saremo felici quando andremo ad adorarLo e quando daremo alla Madre, la Regina della Pace, il nostro cuore come il dono piu’ prezioso. Come saremo felici quando, come i Re Magi, Gli daremo i nostri doni. Questi doni sono le migliaia e migliaia di pellegrini di tutte le eta’ e le migliaia di sacerdoti che hanno portato la loro stanchezza e le loro croci a Medjugorje e li’ vi hanno trovato ristoro. Questi doni sono inoltre coloro che si sono convertiti e hanno conosciuto Gesu’ e la Chiesa.

Sono i numerosi Vescovi che sono venuti da tutte le parti del mondo per cercare la luce e la forza per la loro vita e il loro ministero pastorale.

Sono ripartiti da Medjugorje portando il tesoro della fede, l’esperienza del Dio vivente, del Dio Padre Misericordioso che perdona, guarisce e da’ forza.

Cari fratelli e sorelle, rifletto sull’anno che sta per finire e sui suoi eventi. Devo ringraziare per gli incommensurabili doni che, come Chiesa, abbiamo ricevuto. La Regina della Pace ci ha scelto perche’ viviamo i messaggi pregando per il nostro compagno di preghiera (si riferisce al gruppo di preghiera della - visitazione - da lui fondato). Oggi, quando ci chiediamo chi e’ questo partner di preghiera, vediamo che e’ogni pellegrino, ferito profondamente nella sua vita e nel suo lavoro, che cerca il Signore. I nostri partners di preghiera sono tutti coloro che sono venuti dalla Madre per cercare consolazione e pace. Nel deserto, Gesu’ disse ai Discepoli prediletti, “ Date loro da mangiare”. Risposero dicendo, “ Non abbiamo niente da dargli”. Oggi abbiamo qualcosa da dare perche’ abbiamo nel nostro cuore il dono della preghiera, ed e’ preghiera che nutre, guarisce e benedice.

Vi scrivo questa lettera perche’ voi possiate continuare il lavoro della Beata Vergine. Perche’ possiate perseverare nell’apostolato dei piccoli e degli umili che giornalmente portano nuove anime alla preghiera e ai sacramenti. Vi scrivo a nome di tutti i pellegrini, affinche’ non vi perdiate di coraggio.

Perseverate sulla via dell’Evangelizzazione del mondo e della conversione della generazione odierna. I Re Magi, guidati dalla stella, rivelarono la loro via e i loro doni alla Madonna e a San Giuseppe. Ogni pellegrino e’ il Re Mago di oggi. Non dobbiamo mostrare angoscia o indifferenza come Erode e gli altri, ma un grande amore Cristiano che indica la via verso Gesu’ e Sua Madre.

Cari amici nella preghiera, mostrate con le vostre vite la via verso il Signore, la via verso il Re della Pace. Unito con voi e per voi in una sincera preghiera per un Felice Natale ed una santa nascita di Gesu’. A voi e alle vostre famiglie auguro ogni benedizione per l’anno 2006.

Sinceramente vostro

Padre Jozo Zovko,O.F.M.

26.12.2005 Siroki Brijeg

Tratto dalla ml Informazioni da Medjugorje

Fonte:http://medjugorje.altervista.org/doc/pjozo//53-messaggio-di-padre-Jozo-per-Avvento.php